Ci sarebbero tantissime cose da raccontare sulla prima giornata di Wikimuseums, ma ci limiteremo a snocciolare qualche numero e qualche episodio che ci è rimasto nel cuore e, magari, convincere anche i più scettici ad avvicinarsi all’approccio wiki.
- 5 ore di workshop su open data, wikipedia e openstreetmap tenute da 3 wikipediani esperti e 2 mentor di openstreetmap
- 5 ore di editathon con una ventina di partecipanti (la maggior parte li trovate registrati come utenti alla pagina di progetto di Wikimuseums su Wikipedia).
Il risultato?
20 voci editate, di cui 3 create da zero, fatte corrispondere ad altrettanti luoghi del patrimonio culturale della città di Napoli. Quali? Quelli che vedete su questa mappa di openstreetmap, aggiornata in tempo reale durante la maratona:
Questi sono solo dati parziali ottenuti in questa prima giornata di Wikimuseums nello straordinario Museo di Villa Pignatelli. Parziali perché, come ci hanno insegnato fin da subito Saverio Giulio Malatesta e Claudio Forziati, il mondo degli open data è partecipativo e nulla è mai definitivo, ognuno è chiamato a mettere in gioco le proprie competenze per arricchire i contenuti e condividerli.
Si è imparato davvero molto, sia nelle prime ore dedicate a un inquadramento generale e poi via via sempre più tecnico sulla storia e l’uso di Wikipedia, sia nell’ultima parte di workshop, una full immersion dentro alle mappe di Openstreetmap. Simone Cortesi, un mentor molto meno ordinato di come potrebbe sembrare, ha preferito costruire sul momento il suo intervento, lasciando che fossero le domande e le riflessioni dei presenti a guidare la discussione. Dove ci ha portato? A capire che piattaforme open creano possibilità di utilizzo reale (e aggiornate davvero in tempo reale) delle informazioni. Contribuire a creare l’informazione significa anche avere una maggior consapevolezza di tutti i tantissimi impieghi che poi se ne possono fare: dal geotagging dei monumenti di una città, al supporto nella gestione delle emergenze.
Al termine del workshop, Simone ha confessato di aver preparato una presentazione (prima di decidere di seguire la via dell’improvvisazione) che, ovviamente, è disponibile e consultabile in creative commons.
Di cose durante la maratona ne sono successe molte: l’attività di mapping ha portato i partecipanti in giro per la città ad apporre segni di riconoscimento sui beni del culturali su cui hanno lavorato (QRcode come se piovesse!). Tra i risultati più apprezzati? Vedere come l’utilizzo di un approccio wiki e dei mezzi digitali riportino alla luce le conoscenze degli utenti, stimoli la loro curiosità e la voglia di mettersi in gioco. È sull’onda di questo entusiasmo che il gruppo di giovanissimi impegnato sulla voce della Capella di Pontano si è trovato a rispolverare nozioni liceali di latino, grazie alle quali hanno orgogliosamente tradotto le epigrafi che ne decorano la facciata del monumento.
Ad aggiungere altra carne al fuoco durante la conferenza, sono poi arrivati Peter Gorgels, Maarten Brinkernik, Paolo Verri, Davide Baruzzi e altri ospiti, invitati a mettere a confronto sistemi di valorizzazione Olandesi e Italiani, tra musei e open data. Presto vi racconteremo anche di questo!