Dal racconto della prima giornata di Wikimuseums avrete capito che non si tratta certo di un evento in cui i partecipanti se ne stanno con le mani in mano ad ascoltare… E ne abbiamo avuto la conferma anche durante la seconda giornata!
Dalle prime ore della mattina, ancor prima dell’inizio della conferenza a Villa Pignatelli, i partecipanti della maratona erano in movimento per il centro antico di Napoli, guidati da Alessandro Palmas e Saverio Giulio Malatesta. Obiettivo: sistemare i QRcode collegati a Wikipedia in prossimità di alcuni dei luoghi su cui si era scelto di lavorare il giorno precedente e georeferenziarli su Openstreetmap.
Nel frattempo, il salone del Museo Pignatelli si andava riempiendo di un pubblico iperattivo che a un certo punto della conferenza è riuscito a portare letteralmente alle stelle l’hashtag #Wikimuseums, producendo un numero di tweet tale da raggiungere il primo posto dei trend topic di Twitter. Da Simone Cortesi a Maarten Brinkerink, da Peter Gorgels a Paolo Verri, non c’è stato intervento, per quanto tecnico, che non abbia scatenato domande e curiosità.
Dopo gli onori di casa del direttore del Polo museale della Campania Mariella Utili e i saluti di Joost Klarenbeek, vice ambasciatore dei Paesi Bassi, Federico Borreani di BAM! ha introdotto la giornata e le motivazioni che hanno spinto a organizzare Wikimuseums: raccontare metodi e casi che attraverso il digitale possano ridurre la distanza tra i cittadini e i beni culturali, per dare ai cittadini stessi la possibilità di prendersene cura e alle istituzioni culturali nuove possibilità di relazione.
Il primo panel, Open & wiki: patrimonio culturale e visibilità online, ha visto succedersi tre interventi di taglio più tecnico:
- Simone Cortesi ha consentito al pubblico di affacciarsi al mondo di Wikimedia, presentando strumenti e approcci per allargare il patrimonio culturale a più pubblici, partendo dai progetti legati ai beni culturali: GLAM e Openstreetmap su tutti;
- Davide Baruzzi di BAM! ha portato un focus sul progetto QRpedia: come, a partire da un quadratino, si possa consegnare al visitatore un mondo di informazioni sulle opere d’arte. Alcuni esempi? MonmouthPedia e QRpedia per la Galleria Nazionale di Parma!
- Maarten Brinkerink di Open Cultuur Data ci ha offerto una panoramica (che potete ripercorrere sfogliando le sue slide) dell’esperienza olandese sul binomio open data – cultura. Un dato tra tutti: in sei anni, le pagine contenenti oggetti del patrimonio culturale olandese sono state visualizzate più di 3 miliardi di volte!
Poi è arrivato il momento dell’ospite più atteso: Peter Gorgels del Rijksmuseum ha aperto la seconda sessione, Musei diffusi: due modelli possibili. Il progetto Rijksstudio ci ha conquistati, mostrandoci come il più noto museo di Amsterdam sia riuscito a mettersi in gioco e a disposizione di creativi e appassionati, per rielaborare e reinterpretare la sua collezione. Perché una collezione pubblica è già di tutti: Rijksstudio non ha fatto altro che renderla più aperta per chiunque. Anche i Rijksstudio Awards vanno in questa direzione!
La palla è tornata infine all’Italia con un ultimo progetto raccontato da Rossella Tarantino e Paolo Verri, alla guida di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura. Partendo dall’idea di un museo demo-etno-antropologico, a Matera si sta lavorando per realizzare una piattaforma che metta a disposizione online, libere da diritti, tutte le testimonianze storico, artistiche e antropologiche del territorio di Matera e della Basilicata. Questo consentirà ai cittadini e agli utenti di ogni parte del mondo di conoscere e interagire con il patrimonio.
Finita la pausa pranzo, di nuovo al lavoro: è il momento del workshop. Dopo l’introduzione a cura di Claudio Forziati di Wikimedia, una trentina di professionisti dei musei italiani armati del loro account Wikipedia hanno affrontato un pomeriggio di editing dedicato a Villa Pignatelli, alla sua collezione e ai personaggi che ne hanno segnato la storia. I nostri inossidabili tutor wikimediani, affiancati da Francesca Russo del Polo museale della Campania per la parte contenutistica, hanno aiutato i partecipanti a destreggiarsi tra wikilink, link rossi e bibliografia. Tra i presenti, molte istituzioni appartenenti al Polo come Palazzo Reale (in forze con una vera e propria squadra!) e la Certosa di San Martino, altri musei napoletani come il Madre e la Fondazione Morra Greco, ma anche ospiti venuti da lontano, come le Gallerie degli Uffizi.
Un lungo pomeriggio di sperimentazione concluso con un aperitivo di saluti: non di addio, ma di arrivederci! I due gruppi di lavoro, soprattutto quello degli studenti coinvolti nella nostra maratona, hanno infatti già deciso di rivedersi al più presto per continuare a prendersi cura delle pagine create e geolocalizzate online. Avrete news molto presto…
Per tutte le foto potete curiosare sul gruppo Facebook di Wikimuseums: e già che ci siete iscrivetevi per restare aggiornati!