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Approfondimenti

Ospiti da Berlino. Tre domande a Matthias Krause

By 2 Marzo 2016Maggio 22nd, 2020No Comments

Quasi quanto il mercato delle automobili, più di quello delle telecomunicazioni: tanto vale l’industria della creatività e della cultura in Italia.

Lo dice lo studio di Italia Creativa condotto da Ernst & Young, secondo il quale, nel 2014, il settore delle imprese creative ha generato un valore economico di 46,8 miliardi di euro, 2,9% del prodotto interno lordo, occupando quasi un milione di persone (il 3,8% della forza lavoro del nostro Paese) con percentuali di giovani ha tra 15 e 39 anni e donne in linea con le medie europee.

Sono numeri che, non solo fanno ben sperare, ma che, dal nostro punto di vista, stimolano una riflessione sugli spazi dedicati alla produzione e alla fruizione culturale e sulle realtà che li animano. Quali ruoli hanno assunto negli ultimi anni e quale il loro peso in termini occupazionali e di fatturato? Visto che non amiamo dircela e cantarcela tra noi, iniziamo da oggi una raccolta di interviste, suggestioni, consigli e chiacchere con chi, in Italia e in Europa questo cammino l’ha intrapreso e lo sta intraprendendo. Aprendo le serrande ogni giorno.

Partiamo dalla Germania, che ha il tasso di disoccupazione giovanile è il più basso d’Europa, puntiamo la lente di ingrandimento su Berlino, dove nel 2005, Matthias Krause e Patrice Lux hanno fondato Neu west Berlin, un progetto con residenza temporanea a Kreutzberg, ma in continuo divenire, seguendo la filosofia di occupare aree urbane dismesse. Abbiamo portato Matthias a Bergamo per presentare la loro realtà al gruppo di lavoro sul progetto Ritorno al Futuro e abbiamo approfittato dell’occasione per fargli una breve intervista.

Ci racconti com’è nato Neu West Berlin?

Tutto è nato grazie dall’iniziativa del mio socio Patrice che, nel 1989, a seguito della caduta del muro di Berlino iniziò a collezionarne pezzi di grandi dimensioni (stiamo parlando anche di monoliti di 40 tonnellate di cemento!). Da allora ha iniziato a movimentarle e a trasferirle di sede in sede per tutta la città, partendo da cortili di edifici abbandonati attirando fin da subito l’interesse degli artisti (anche molto affermati).

Al momento occupiamo uno spazio di 1000 metri quadrati a Kreuzberg. E non pensiate che sia grande: l’ultimo che abbiamo avuto era un’edifico a 10 piani che, prima di noi, ospitava 300 uffici! Neu West Berlin ha da sempre fatto leva sul Muro di Berlino e sul suo potere evocativo, di conseguenza, è stato naturale, fino a pochi anni fa, concentrare la nostra attenzione sulla street and urban art. Negli ultimi anni stiamo invece lavorando su altre correnti, accogliamo performance e artisti da tutto il mondo.

Spiegaci meglio, qual è il vostro modello gestionale?

Il core team di Neu West Berlin è formato 4 persone che lavorano a tempo pieno sul progetto (io sono una di queste). Attorno a questo nucleo gravitano una decina di professionisti che, a vario titolo, collaborano su diversi aspetti: come il fundraising e lo scouting degli artisti. Negli anni il progetto ha raccolto il favore e l’entusiasmo di molti, quindi possiamo avvalerci anche di una cerchia più ampia di collaboratori e “amici” che ci propongono progetti che finiamo per realizzare insieme.

Di cosa viviamo? Del “giro” di alcuni pezzi del muro per il mondo che offriamo a titolo più o meno oneroso (per esempio, ora alcuni sono in trasferta in Italia), dell’organizzazione di eventi presso il nostro spazio (a cui spesso associamo un servizio catering), dell’affitto di locali per grandi eventi o di alcuni studi per motivi lavorativi. Ci avvaliamo anche della collaborazione di artisti affermati che qualche volta sovvenzionano la permanenza nei nostri spazi di artisti emergenti, della partnership con aziende private (ultimamente abbiamo lavorato con la fabbrica di ceramica Rosenthal che ha realizzato delle riproduzioni in scala di alcuni nostri pezzi). Non abbiamo ancora usufruito di fondi pubblici: il nostro successo, per ora, deve molto alla capacità di creare entusiasmo, supporto e consenso attorno alle nostre attività.

Un’ultima domanda chiave: con quale forma giuridica vi siete costituiti?

In realtà ne abbiamo diverse. Siamo un’associazione culturale e gestiamo la maggior parte delle nostre attività con questa forma. Ma noi 4 del core team abbiamo anche creato una società privata: è stato necessario nel momento in cui abbiamo iniziato a confrontarci con altre imprese private (dai proprietari degli immobili con i quali firmiamo contratti di locazione ai partner commerciali).

Dal cuore pulsante dell’arte contemporanea a uno dei luoghi di villeggiatura più amato dai tedeschi in Italia: da un luogo comune all’altro, la prossima volta vi portiamo ad Abano Terme, dove l’Associazione Culturale Khorakhanè sta smontando gli stereotipi della provincia italiana.

Stay tuned!