Secondo giorno, secondo museo. Oggi abbiamo fatto tappa a Ferrara per vedere cosa stava succedendo tra le mura del Museo del Risorgimento e della Resistenza!
Dopo la pioggia del primo giorno a Faenza, partiamo da Bologna sotto un cielo grigio, sperando di trovare il sole ad attenderci almeno questa volta a Ferrara. Poco dopo il nostro arrivo le nuvole si fanno da parte, e noi esultiamo pronti per entrare nel vivo del museomix ferrarese sulla via più bella d’Europa. Ci accolgono al museo, ci consegnano delle bellissime spillette identificative e subito ci dirigiamo verso l’area “lavori in corso”. Anzi no, fermi tutti! Ci fanno notare che ci sono dei cornetti caldi in fondo al corridoio di ingresso. Non facciamo certo complimenti: ci servono energie per immergerci tra i museomixer e le loro creazioni!
Appena entrati nella stanza notiamo che i creativi sono tutti concentratissimi e, nonostante la grande quantità di persone in movimento, sembra quasi di leggere un certo ordine nelle loro facce. Sono nel pieno della fase di prototipazione: hanno le idee chiare e vogliono portarle a termine. Girando per l’ambiente, si passa dal fastidioso rumore dei colpi di martello e dei macchinari in azione provenienti dal FabLab, al suono delle dita che battono sulla tastiere dei tanti computer disseminati sui tavoli. Il day 2 a Ferrara è fatto di voci che si confondono, si sovrappongono e sfumano tra i continui click delle macchine fotografiche. È un mix sotto ogni punto di vista: rumori, persone, idee. Probabilmente se entrasse un pittore e decidesse di dipingere la situazione il risultato sarebbe un quadro intitolato “Creatività e disorientamento”.
Quando entri nella stanza in cui lavorano i museomixer, in effetti, ti senti un po’ spaesato. Caffè, prese di corrente, computer, giacche, zaini, cartelloni, oggetti incomprensibili e post-it ovunque. Non sai né dove stare, per non sentirti di troppo, né cosa guardare di preciso. Alcuni rifugiati, invitati a partecipare alla maratona e presi dalla curiosità, fotografano e riprendono tutto per non perdersi neanche un dettaglio. Altri, invece, si limitano ad osservare con gli occhi di chi non sta capendo un granché di cosa stia succedendo, muovendosi tra i tavoli di lavoro e il FabLab. Anche una classe di bambini in visita al museo sembra provare le stesse sensazioni: il disorientamento si mescola al forte interesse. Nell’espressione di uno di loro si legge evidentemente un: “ora come spiego alla mamma cosa ho visto oggi al museo?”. D’altronde, anche per noi, è un’ardua impresa farvi capire tutto quello che succede nell’area lavoro del Museomix ferrarese.
Il tempo passa, noi ci ambientiamo e la mattinata si conclude con la plenaria, grazie alla quale colmiamo le nostre lacune dovute all’assenza di ieri. Le squadre (anche se chiamarle squadre fa pensare alla competizione) fanno il punto della situazione sui propri progetti. I nomi richiamano animali esotici: Ma.Ca.Co, Fenicottero e Ippopotamix. Il primo progetto tripartisce il percorso museale legandolo all’identità di tre personaggi: Carlo Mayr, Pico Cavalieri e Alda Costa, con relative associazioni cromatiche. Il secondo, MEMORES, ci ricorda come anche le persone normali possano fare cose straordinarie. Chiudono la plenaria gli Ippopotamix (nome da applausi) con quattro manifesti che mixano il passato al presente. I primi due gruppi hanno deciso di collaborare, incrociando i propri percorsi creativi, nell’ambizione di rendere il risultato finale ancora più sorprendente. Per questo, forse, chiamarle squadre non è appropriato: a Ferrara si respira aria di grande collaborazione e fratellanza, in ogni ambiente del museo.
Per la pausa pranzo, breve ma intensa, usciamo dal museo e ci spostiamo al Palazzo Turchi di Bagno dove ci aspetta un pasto sostanzioso per riprendersi. Nel primo pomeriggio, i museomixer tornano rapidamente al lavoro sui prototipi e noi torniamo a seguirli da vicino. Passano le ore, il sole cala mentre la stanchezza del sabato sale. Ma per fortuna esistono i caffè, il carburante che alimenta gli instancabili gruppi. Sì, perché il ritmo è sempre più serrato. Rumori di frese, stampanti laser, passi nei corridori e sovrapporsi di risate: il bellissimo caos costruttivo vissuto a Faenza regna anche a Ferrara! Dopo le incertezze mattutine, arriviamo a fine giornata che ci sentiamo parte integrante della community ferrarese.
Purtroppo però non possiamo trattenerci oltre. Lasciamo quindi il museo del Risorgimento e della Resistenza, un po’ sconsolati dall’idea di dover abbandonare un clima così avvolgente. Ma il nostro dovere di inviati c’impone di rientrare: il Museo Tolomeo ci aspetta a Bologna per la giornata conclusiva di questo primo Museomix italiano. La buonanotte ve la diamo con un video che abbiamo realizzato per spiegarvi cosa succede domani nei 4 musei protagonisti di Museomix.