CREA Mont-Blanc (centro di ricerca per ecosistemi alpini) è un’organizzazione con sede a Chamonix, specializzata nello studio degli ambienti montani naturali. Da oltre 20 anni, il centro combina ricerca ecologica di alta qualità con iniziative di comunicazione ed educazione.
Pioniere e leader della cosiddetta “citizens science” è riconosciuto per l’impegno negli approcci partecipativi, con l’obiettivo non solo di incoraggiare la comprensione dell’ecologia, ma anche di coinvolgere il pubblico nella ricerca scientifica innovativa. Charlotte Mader è responsabile della comunicazione di CREA (nonché membro attivo della comunità svizzera dei Museomix) ed è stata una delle relatrici presenti all’evento “Aperture straordinarie” che abbiamo co-organizzato lo scorso giugno a Bologna. Da appassionati ed esperti di pratiche di coinvolgimento ed engagement delle community, le abbiamo fatto alcune domande per approfondire la conoscenza di una realtà unica come CREA Mont-Blanc.
Parte della filosofia dietro CREA Mont-Blanc include nei progetti la partecipazione dei cittadini e l’utilizzo di open data. In che modo quindi, CREA Mont-Blanc influenza le decisioni, i metodi e le visioni nelle politiche pubbliche?
La risposta è nella prima frase della domanda! CREA è una ONG scientifica, non un’organizzazione attivista: riversiamo il nostro impegno nel capire meglio gli ecosistemi montani – per esempio, come si comportano le specie e come rispondono ai cambiamenti climatici. Attraverso le nostre iniziative scientifiche rivolte ai cittadini, incoraggiamo tutti ad aiutarci nella raccolta di dati utili sia per la nostra ricerca sia per la comunità scientifica internazionale. Scienziati, studenti, cittadini, gestori del territorio, responsabili decisionali, imprese e media… È fornendo a tutti informazioni scientifiche e un senso di curiosità che possiamo aiutare i cittadini e i decision maker a lavorare insieme e ad agire in modo consapevole per preservare il fantastico mondo che ci circonda.
Come spieghi i progetti di CREA Mont-Blanc ai non professionisti e li incoraggi a partecipare? È difficile, inizialmente, farli partecipare attivamente?
Il difficile non è tanto coinvolgerli, quanto farli continuare a partecipare nel lungo termine in un’area di osservazione. Sai, i dati scientifici sono più affidabili quando vengono raccolti da un osservatore esperto. Ma ogni esperto – anche i più grandi scienziati, prima di studiare! – inizialmente, è un principiante. Per un cittadino vale lo stesso. All’inizio non hai fiducia; il primo anno, progredisci, prendi possesso del processo ed eviti errori di osservazione. Più a lungo i nostri osservatori volontari restano coinvolti, più affidabili sono i loro dati. L’osservatore medio rimane coinvolto per circa 3 anni e la sfida per CREA Mont-Blanc è quella di assicurarsi che non si annoino. La scienza può essere un po’ ripetitiva, quindi dobbiamo lavorare per mantenerli motivati.
Raccontaci i risultati e gli obiettivi di alcuni progetti e iniziative passati, sviluppati e coordinati da CREA Mont-Blanc… Prima di tutto vorremmo sapere qualcosa in più su “The Mont-Blanc Lab”, la maratona di 3 giorni che, come Museomix, riunisce team multidisciplinari per 3 giorni allo scopo di creare un prototipo utile, in questo caso il rilevamento e l’analisi dei dati.
Mont-Blanc Lab è stata una maratona collaborativa finalizzata a mettere in luce il patrimonio naturale e scientifico del massiccio del Monte Bianco. Gli amanti della montagna, i mediatori, i comunicatori, gli artisti, i programmatori e i creatori hanno contribuito alla diffusione e all’appropriazione delle conoscenze sui dati scientifici tra Francia, Svizzera e Italia. È stata un’esperienza di montagna immersiva a 2200 m di altitudine, con ricercatori, per ispirare le persone a cambiare il modo in cui pensano alla scienza e alle montagne. Con questo evento vogliamo avvicinarci al pubblico e fornire ai partecipanti e anche a noi stessi un’esperienza nuova e diversa. Non volevamo solo sviluppare contenuti e prototipi ma anche creare una comunità attiva. E ci siamo riusciti, alcuni di loro sono oggi volontari o ambasciatori e ospiteremo un’altra edizione nell’autunno 2019!
Volete saperne di più? Ecco, come è andata la prima edizione, condensata in 4 minuti:
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