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Wikimuseums, com’è andata?

By 1 Giugno 2016Agosto 5th, 2019No Comments

Com’è poi andata quella due giorni su musei, open data e approccio wiki, di inizio maggio a Napoli?

È ormai passato un mese da Wikimuseums, il tempo necessario per far sedimentare i primi risultati della due giorni che ha riuniti al Museo Pignatelli più di 100 fra operatori museali, studenti universitari, esperti wikipediani, direttori di musei italiani e internazionali, freelance della cultura. 

Nel corso della due giorni, organizzata da noi di BAM! in collaborazione con il Polo museale della Campania, con il sostegno dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, si sono alternati momenti teorici e pratici, conferenze e workshop.

Gli approfondimenti di Wikimedia Italia e OpenStreetMap hanno segnato il solco della discussione, che è continuata all’insegna della presentazione di casi nazionali (Galleria Nazionale di Parma e Matera Capitale Europea della Cultura 2019) e internazionali (l’olandese Rijksmuseum).

E com’è andata? Sembra facile a dirsi, ma per noi il bilancio è super positivo. Perché?
Di motivi ne avremmo una miriade, ma ad alcuni ci teniamo particolarmente:

  • Feeling: sì, quella che si è sviluppata tra i partner del progetto è stata proprio un’intesa perfetta, evidentemente guidata da una condivisone di approccio e di intenti che non solo ha fatto filare tutto liscio ma, crediamo, è riuscita a trasmettere una convinzione e una volontà: quella di garantire e di lavorare per il pubblico accesso al sapere e agli asset culturali.
  • Entusiasmo: i partecipanti sono stati la più grande sorpresa. Studenti universitari, dipartimenti digitali di alcuni dei più importanti musei della scena nazionale (e internazionale!) e operatori culturali di vario genere, si sono cimentati con il magico mondo di Wikipedia e OpenStreetMap. Disponibilità all’ascolto, volontà di approfondimento e marcatura a uomo dei wikipediani presenti: per non farsi sfuggire neanche una svista bibliografica.
  • Confronto: alcuni grandi musei italiani hanno dialogato e si sono confrontati e interrogati sulle direzioni da prendere e i valori da rispettare (e far rispettare), in alcuni momenti di dibattito pubblico da cui sono nati spunti e relazioni interessanti per future collaborazioni. E non è una cosa così comune, lo sappiamo tutti. Chapeau.
  • Numeri: in poche ore di lavoro gli edit-a-thon si sono concentrati su ben 20 voci, 12 delle quali sono state anche mappate e georeferenziate attraverso OpenStreetMap e inserite all’interno del progetto internazionale QRpedia (sul sito del progetto potete leggere gli approfondimenti sul primo e sul secondo giorno di attività).
  • Comunità: anche grazie a questi esiti, l’edizione napoletana di Wikimuseums è la prima di una serie di iniziative mirate all’attivazione di una community (di interesse e di pratiche) sui temi della apertura e della valorizzazione delle collezioni museali. Ne è una dimostrazione il gruppo Facebook all’interno del quale stanno già nascendo i primi progetti di collaborazione spontanea.
  • e poi vabbè, diciamolo: con l’hashtag #Wikimuseums siamo anche saliti in vetta ai trending topic di Twitter del 6 maggio!

Insomma, l’esperimento può dirsi riuscito e la community è in progress: noi continueremo a tenervi aggiornati, qui e sul sito di Wikimuseums, per raccontarvi come procede l’avventura campana a suon di voci editate, dati aperti e collezioni condivise.

Grazie a tutti!