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BAM! a Lione con Museomix, cercando i linguaggi dei musei del futuro

By 17 Luglio 2017Agosto 6th, 2019No Comments

Mediazione, specializzazione, high tech e open source: del mix di ingredienti per i musei di domani abbiamo parlato e sperimentato nei 3 giorni di Summer Camp di Museomix e alla conferenza finale del progetto The Creative Museum, tenutisi negli stessi giorni, a Lione.

Quando siamo partiti, insieme a Paolo Mazzanti di NEMECH, Cristina Casadei del Museo Carlo Zauli, Marco Caselli del Museo di Storia Naturale di Ferrara, Chiara Organtini del CAOS di Terni, Lucilla Boschi e Fabio Fornasari del Museo Tolomeo, ancora non sapevamo esattamente cosa ci avrebbe aspettato, chi avremmo incontrato e in quali spazi. Ma, alla fine della trasferta ci siamo sentiti parte di un movimento ad alto potenziale creativo e innovativo, da cui stanno emergendo know-how e buone pratiche per i musei del futuro.

Il resoconto della trasferta – con linee guida, novità, idee emerse utili ai musei che si affacciano a questo progetto – lo lasciamo ai racconti nella Community Italiana di Museomix. Qui un po’ di pensieri sparsi sull’esperienza e su quanto ci siamo riportati in ufficio.

A partire dalle persone che abbiamo incontrato. La maggior parte dei lavori che fanno non ve li sappiamo descrivere, sono difficili da spiegare, tanto quanto utili e preziosi, perché spesso mettono in campo competenze sui contenuti e sui metodi innovativi per approfondirli e raccontarli. Museomix ha il grande merito di far convergere queste nuove professioni (o, addirittura, di stimolarne la nascita?) in modo spontaneo e privo di confini. Tra chi si occupa di concepire soluzioni interattive e tecnologiche per l’industria creativa, a chi ha creato un livinglab mettendo a disposizione del settore culturale la Digital innovation, ci siamo accorti che anche quello che facciamo noi di BAM! è raro ed erano tutti interessati a capirlo. Così come in molti tra i presenti si sono stupiti della folta rappresentanza dei musei italiani (ben 5 le persone in trasferta a Lione!): non è tanto scontato, pare, che dopo aver partecipato a Museomix, i musei restino attivi all’interno di una community, pronti a supportare chi si avvicina al format.

Il processo creativo dei prototipi. Tra i presenti a Lione tanti coloro che lo hanno seguito e ce lo hanno raccontato, dandoci la possibilità di testarne alcuni: 3 installati in modo definitivo (al bellissimo Musée Gallo Romain, protagonista di Museomix nel 2012) altri installati solo per l’occasione all’interno di UrbanLab, incubatore periferico, dedicato all’ideazione, sperimentazione, prototipazione di soluzioni digitali applicate alle politiche pubbliche della città di Lione. Muoversi tra tanta realtà aumentata, proiezioni e sensori al led, fa una certa impressione e ci ha fatto riflettere sulle nuove frontiere della mediazione culturale e sull’audience development, su cosa trattiene l’attenzione del visitatore sul museo e lo aiuta e cosa invece la fa disperdere… I prototipi nascono infatti come mezzo e non come fine, per migliorare l’esperienza dell’utente, che non significa solo “rendere la visita divertente” o “far provare sensazioni nuove”. Il mix di professionalità proposto dal format di Museomix per costruire un prototipo, proprio per questo è geniale.

Creative commons, volontariato & figli di Museomix. Di chi sono diritti dei prototipi, una volta ideati? Chi può prenderli e realizzarli nel proprio museo? Idealmente le licenze di utilizzo sono libere ma, nonostante Museomix esista da 7 anni come scatola opensource, a Lione ancora il dibattito era più che mai aperto, teso a capire come funzionano i CC, come devono regolarsi i musei con i museomixer, e come i museomixer con i musei. E ancora, è emerso che ci sono tante idee diverse su quanto Museomix debba essere a partecipazione volontaria o meno e, nel frattempo, nascono innumerevoli formati by product (remixa la montagna, la biblioteca, Nanomix, Gareremix, persino dei remix nel settore della sanità…). Noi italiani per ora ci fermiamo ai musei e proviamo a fare qualcosa di utile strutturando una partnership con Wikimedia, proposta molto apprezzata dalle altre community con cui ci siamo impegnati a produrre un documento comune, applicabile già da questa edizione di Museomix.

The Creative Museum. Una conferenza finale, tanti workshop e un aperitivo sull’incredibile terrazza-giardino dei Musei Gadagne per un progetto europeo figlio anche di Museomix. Per capire perché, su tutti vi consigliamo di approfondire l’attività Makers in residence: non vediamo l’ora di conoscere qualche museo che voglia prendere spunto!

 

What’s next?

E ora, carichi di speranze, di una partnership con IBC Emilia-Romagna e NEMO che hanno reso possibile la nostra trasferta, forti di nuove amicizie e sodalizi che continueranno attraverso le Alpi e l’Oceano Atlantico, abbiamo diversi obiettivi da raggiungere, a cui stiamo lavorando, insieme:

  • Tante cose da fare con il coordinamento della Community italiana di Museomix, per preparare un’edizione 2017 davvero indimenticabile (Le call per museomixer si sono appena chiuse ma riaprono a settembre: vi candidate? Volete darci una mano? Scrivete a ciao@museomix.it)
  • La riorganizzazione dell’intercommunity di Museomix. La community internazionale che comprende ormai molti paesi in giro per il mondo, ha bisogno di diventare più efficace, trovando soluzioni condivise che garantiscano crescita e lunga vita al format
  • Supportare la nascita della community spagnola che, per come sta nascendo, ci ricorda qualcosa: una società specializzata nel project management per la cultura che ha sollecitato alcuni musei e li supporta nella candidatura, forte dell’idea che, mettendo insieme le forze, si possa sperimentare a costi contenuti e ricavarne tutti qualcosa di buono!

 

(Foto by Marco Caselli)