Dal 12 al 17 settembre, BAM! ha partecipato a “Connecting communities: design per la valorizzazione del patrimonio culturale”.
Con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio materiale e immateriale della Repubblica di San Marino a partire dalle idee dei suoi cittadini, il laboratorio si inserisce nel percorso attivato in occasione del San Marino Design Workshop “CONTAMIN_AZIONI – ERRANTI”.
Ecco cosa ci racconta Greta che, in qualità di partecipante, ha vissuto quest’esperienza per conto di BAM!
Una città arroccata, un’università all’interno di un ex-convento e designer da tutte le parti. Non ho mai sentito parlare così tante volte di font, griglie e InDesign nella mia vita come in questa settimana. Allo stesso modo, non ero mai stata nel laboratorio di un artigiano, permeato da un forte odore di legno e colla, per realizzare dei modellini. Inizialmente tutto ciò mi ha creato un senso di smarrimento, di non appartenenza; alla fine del workshop, invece, credo di esserne uscita designer un po’ anche io.
I partecipanti erano principalmente studenti e studentesse di design dell’Università di San Marino e dell’Università di Bologna, fatta eccezione per alcuni “professionisti del settore”, me inclusa. Una volta divisi in gruppi di cinque, ogni team ha scelto un tema su cui concentrarsi, ad esempio la cultura enogastronomica di San Marino per il patrimonio immateriale, e i musei della città per quello materiale. Vi ricorda qualcosa? Prima di incontrarli a San Marino, non conoscevo nessuno dei partecipanti, ma l’affiatamento è stato immediato. Per la maggior parte dei professionisti coinvolti nel workshop, lavorare in team è all’ordine del giorno, parte del processo di progettazione: brainstorming, discussioni, pranzi e cene, giornate di lavoro infinite, aiuto reciproco. Per sei giorni ci siamo immersi nel patrimonio della città e lo abbiamo vissuto in prima persona.
La prima parte della settimana è stata dedicata allo sviluppo di strumenti di co-progettazione mirati a coinvolgere i cittadini. Il mio gruppo, ad esempio, ha pensato di rompere il ghiaccio presentando loro un menù cartaceo, che si può trovare in qualsiasi osteria, e invitandoli a scrivervi sopra alcune pietanze tradizionali sammarinesi che avrebbero preparato per un ospite non locale. La scelta del menù non è casuale: trattandosi di qualcosa di noto e familiare, abbiamo pensato potesse metterli a loro agio e rievocare ricordi e sensazioni legati al cibo.
Mercoledì abbiamo incontrato la comunità locale. Funzioneranno gli strumenti che abbiamo progettato? Questa era la domanda che ci siamo posti, seguita da non poca preoccupazione e ansia. E se poi non funzionano? A ogni team sono stati assegnati circa quattro cittadini, di genere, età e professione diverse. Si è trattato dunque di gruppi eterogenei, e per questo la mediazione non è sempre stata facile. Sono nati anche dibattiti accesi, tutti conclusi nel migliore dei modi: di fronte a un caffè e qualche dolcetto offerto loro per ringraziarli della partecipazione. Inoltre, Rosanna Spanò di BAM! e Anna Guerra e Margo Lengua di Museomix, esperte di co-progettazione, ci hanno seguiti e aiutati a gestire le situazioni più difficili. Alla fine, tutti i gruppi sono riusciti a raccogliere i dati necessari per la realizzazione dei progetti di valorizzazione del patrimonio culturale.
Ed eccoci arrivati alla seconda parte della settimana, un rush finale per sviluppare i nostri progetti. Avevamo a disposizione due giorni per tradurre gli input ricevuti in qualcosa di concreto, ed è qui che i designer hanno dato il meglio di loro. Da parte mia, ho contribuito cercando di assegnare compiti, coordinare i lavori e monitorare il loro progresso. I creativi, infatti, hanno spesso bisogno di un po’ di “project management”. Vederli creare rendering in 3D, modellini in forex e applicazioni mi ha fatto capire quanto sia difficile trasformare un’idea, un concept, in qualcosa di effettivamente fruibile. I cinque progetti finali, che sono stati presentati sabato, includono:
- un’applicazione di gamification che fornisce informazioni sull’architettura della città
- un podcast per scoprire le leggende di San Marino
- un filtro di Instagram interattivo che valorizza il panorama sammarinese
- il rebranding del Museo Pinacoteca San Francesco
- uno stand espositivo per raccontare i principi di accoglienza e ospitalità che caratterizzano la storia della Repubblica
Sabato pomeriggio, rientrando a Bologna, sentivo già una leggera malinconia. La mia piccola parentesi da designer si è conclusa, ma se n’è forse aperta un’altra: la co-progettazione, l’incontro con la cittadinanza e la mediazione fra idee diverse mi hanno fatto capire quanto sia importante ascoltare chi vive i luoghi per poterli valorizzare al meglio. BAM! si occupa già di questi temi, ma per me che sono appena entrata a far parte del team, è stata una bella novità. il San Marino Design Workshop rappresenta quindi un punto di partenza, uno sguardo iniziale verso quel mondo che vale la pena approfondire.
Il workshop è stato organizzato dall’Università di Design di San Marino, con il sostegno della Commissione Sammarinese per l’UNESCO, e Museomix, una community fondata in Italia nel 2015 e di cui BAM! è co-fondatore, con l’obiettivo di organizzare laboratori multidisciplinari volti a migliorare la fruibilità dei musei e ripensare il modo di vivere gli spazi museali e le loro collezioni.