Una giornata a Venezia con gli staff di Gallerie dell’Accademia, Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi/Punta della Dogana per conoscere strategie di comunicazione e coinvolgimento dei pubblici!
BAM! ha ideato e svolto per Fondazione Ducati un corso di formazione intensivo di 2 mesi e oltre 30 lezioni, su digital strategy, content creation, social media management e monitoring. Il percorso si è concluso con un’uscita di gruppo di una giornata, dedicata a conoscere e incontrare altre realtà museali con cui potersi confrontare e da cui trarre ispirazione sotto diversi punti di vista, con focus specifici sulla comunicazione e sulla didattica.
Tra i diversi percorsi proposti da BAM!, lo staff di Fondazione Ducati, ha scelto Venezia, città che offre la possibilità di sperimentare l’esperienza di un network di istituzioni museali nato in tempi relativamente recenti: Dorsoduro Museum Mile, ispirato al miglio dei musei newyorkese sulla 5th avenue.
La giornata trascorsa in Laguna con i nostri allievi di Fondazione Ducati e le istituzioni culturali che ci hanno ospitato è stata così piacevole e ricca di spunti e ispirazioni che troviamo utile raccontarvene alcuni highlight… Seguiteci, tra le calli e i sotoporteghi, palazzo dopo palazzo!
Anche Venezia ha il suo Museum Mile
Si tratta di un percorso che mette in rete 4 istituzioni che hanno sede a Dorsoduro e che raccolgono, grazie alle loro diverse specificità, 8 secoli di storia e arte, in stretto rapporto con la città, ma non senza rinunciare al respiro internazionale di collezioni ed esposizioni.
Fanno parte di Dorsoduro Museum Mile le Gallerie dell’Accademia, la Galleria di Palazzo Cini, la Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi – Punta della Dogana, visitabili, (dopo il primo biglietto acquistato nella prima sede a scelta tra le 4 a prezzo intero) comprando i biglietti a prezzo ridotto, nell’arco di 7 giorni dal primo acquisto.
La nostra giornata è iniziata dalle Gallerie dell’Accademia, prima sede che si incontra camminando a piedi dalla stazione di Venezia Santa Lucia ma anche la sede che vanta la collezione più antica, così da compiere un percorso cronologico.
Qui, passando per la nuovissima e splendente biglietteria/bookshop siamo stati accolti dal direttore Giulio Manieri Elia e dal dott. Michele Tavola, curatore delle sezioni di arte dell’Ottocento e Novecento e responsabile dei progetti di arte contemporanea.
Partire dalle Gallerie dell’Accademia per conoscere la città
Abbiamo ripercorso, assieme al direttore, un pò di storia dell’Accademia, una delle più ricche e prestigiose d’Italia nel corso del Cinquecento, fino ad arrivare all’ambizioso progetto di rinnovo degli spazi dell’edificio.
Perchè questo tuffo nel passato? Capiamo da subito che la volontà di trasmettere a noi, e ai visitatori in generale, la storia dell’Accademia e il suo legame con la città è uno degli elementi chiave su cui si basa la comunicazione delle Gallerie. Valorizzare la collezione infatti, significa poter raccontare la storia della città attraverso la pittura: “partire dalle Gallerie per conoscere la città”. Ed ecco un primo punto di contatto e similitudine con Ducati che, seppur lontana dall’ambito artistico, fa della valorizzazione storica un principio fondante della sua mission aziendale.
Arrivando ad anni recenti, gli sforzi delle Gallerie si sono concentrati nei lavori di ampliamento, riorganizzazione della collezione e miglioramento dei servizi offerti, portati avanti soprattutto grazie alle reti di relazioni con fondazioni e aziende.
Le Gallerie dell’Accademia sono l’unica istituzione statale del network, ha quindi logiche gestionali e di accesso ai finanziamenti molto diverse rispetto alle altre organizzazioni visitate; ecco che fare rete è un aspetto importante. Costruire e coltivare relazioni non solo con aziende ma anche con altri musei e istituzioni è anche uno degli ingredienti costitutivi di Dorsoduro Museum Mile che si pone, di fatto, come una rete museale/culturale.
“Le Gallerie che non ti aspetti”
Dopo l’excursus storico del direttore, che ci ha permesso di cogliere i tratti identitari delle Gallerie, ci spostiamo all’interno del museo. Passeggiando attraverso le prime sale, dove Michele Tavola ci racconta gli ultimi importanti lavori di restauro, approdiamo al nuovo percorso espositivo dedicato alla pittura veneta durante il periodo del Seicento e del Settecento. “Le Gallerie che non ti aspetti” è il progetto espositivo, recentemente inaugurato, che ha l’obiettivo di valorizzare questa sezione di arte sei/settecentesca.
Opere mai esposte prima escono dai depositi e da importanti interventi di restauro, lasciando a bocca aperta sia i visitatori che il pubblico sui social. Progetto che abbiamo notato ancor prima di entrare perchè ben comunicato all’esterno delle Gallerie attraverso affissioni di grandi dimensioni che non possono restare inosservate al passante.
Da Palazzo Venier dei Leoni: novità a casa Gugghenheim
Trascorsa la stimolante mattinata immersi nelle opere del Seicento, raggiungiamo il ventesimo secolo, camminando poche decine di metri e addentrandoci nelle stanze di Palazzo Venier dei Leoni, dove ha sede la Collezione Peggy Guggenheim.
Qui la dott.ssa Alexia Boro, Director of Communications and External Affairs, ci ha accolt* e offerto un interessante focus sui punti di forza in termini di comunicazione e didattica di Collezione Guggenheim.
Giovani consulenti museali
Sappiamo che già nel 1980, in occasione dell’apertura della Collezione, i giovani erano stati messi al centro con un invito a collaborare e fornire il proprio contributo. Oggi, tenendo a mente il pensiero di Peggy Guggenheim, secondo cui l’arte deve saper parlare ai contemporanei, il coinvolgimento del target degli adolescenti rimane vitale. Lo dimostrano i numerosi progetti di internship e alternanza scuola lavoro a cui la Collezione Peggy Guggenheim dedica molta attenzione.
Avendo trovato terreno comune, la Fondazione Ducati – che da anni offre ai giovani la possibilità di fare esperienza attraverso laboratori didattici interattivi e percorsi formativi – non manca di esprimere tutte le sue curiosità a proposito del ruolo dei giovani all’interno del museo.
Alexia Boro ci racconta di come alcuni progetti, con il lockdown, siano sfociati in focus group che hanno reso i ragazzi dei veri consulenti per il museo, specialmente per quanto riguarda la comunicazione.
Gugghenheim Intrapresae e audioguida sullo smartphone
Altro progetto della Collezione Peggy Guggenheim che ha incuriosito il gruppo Ducati, è stata la scoperta di Guggenheim Intrapresae. Nato nel 1992, il progetto di corporate membership unisce il museo veneziano a importanti realtà imprenditoriali.
Museo e impresa dunque, ciò che Fondazione Ducati incarna di natura. Da questo punto di vista non può che essere un’opportunità e allo stesso tempo una fonte di ispirazione.
Cos’altro ha catturato la nostra attenzione per quanto riguarda la fruizione delle opere e le visite guidate? Le audioguide di Easyguide. Per rispettare il contingentamento durante le visite e le norme di sicurezza, Collezione Peggy Guggenheim ha adottato una soluzione pratica ed efficace: un’audioguida attivabile con QRcode e fruibile direttamente dal proprio smartphone. Un’interfaccia semplice nella navigazione, che descrive l’opera più importante all’interno di ogni stanza di quella che è stata la casa di Peggy Guggenheim.
Parlando di sfide comunicative, tra le installazioni di Bruce Nauman
Concludiamo la nostra giornata tuffandoci nella contemporaneità di Palazzo Grassi – Punta della Dogana, dove ci hanno accompagnate in visita alla mostra attualmente in corso e alla sede espositiva realizzata da Tadao Ando, le dott.sse Clementina Rizzi, responsabile comunicazione e PR e Martina Malobbia, communication officer di Palazzo Grassi.
Quantità o qualità dell’engagement?
Raccontare e comunicare le opere di mezzo millennio fa può essere difficile (sotto certi punti di vista e per certe tipologie di target), restituire il giusto valore sul web e sui social a mostre complesse, digitali e contemporanee come quella di Bruce Nauman lo è altrettanto. Dopo un giro nelle prime sale ci prendiamo un momento di confronto con Clementina Rizzi e Martina Malobbia che ci spiegano in primis la strategia adottata per comunicare questa mostra.
Partendo dal presupposto che una grande mostra non debba necessariamente significare grandi numeri, allo stesso modo la comunicazione web e social non deve avere come unico obiettivo quello di ottenere il numero più alto di visualizzazioni, like, follower.
Ci fanno l’esempio della mostra “Bruce Nauman: Contrapposto Studies”, dove la comunicazione digitale, focalizzata sullo storytelling pre-mostra, ha portato alla nascita di un progetto di video interviste che ha coinvolto performer, musicisti e artisti il cui lavoro è spesso stato influenzato da Bruce Nauman. Per riassumere: qualità dell’engagement piuttosto che quantità. Un principio che BAM! ritiene essenziale nella comunicazione e che cerca quotidianamente di trasmettere.
Adolescenti creator in una logica peer to peer
Parlando di didattica abbiamo riscontrato come Palazzo Grassi – Punta della Dogana si trovi sulla stessa lunghezza d’onda della Collezione Peggy Guggenheim: lasciare spazio ai giovani. Non solo in termini astratti ma anche attraverso azioni concrete.
Palazzo Grassi ha reso protagonisti gli adolescenti conè Palazzo Grassi Teens, progetto di coinvolgimento digitale e fisico che ci piace talmente tanto da non mancare quasi mai tra i case study che portiamo nei percorsi di formazione sull’audience development e sul digital engagement, incluso quello svolto insieme a Fondazione Ducati.
Palazzo Grassi Teens culmina in un sito web e alcuni canali social ideati e gestiti da ragazzi per ragazzi, con il fine di coinvolgere i coetanei nel mondo dell’arte contemporanea: un luogo dove gli adolescenti si fanno soggetto e oggetto della comunicazione, sono content creator e allo stesso tempo destinatari della comunicazione in una logica peer to peer.
Le Guide Instagram di Dorsoduro Museum Mile
La chiacchierata con lo staff di Palazzo Grassi si chiude con le strategie digitali adottate per promuovere la Dorsoduro Museum Mile, che hanno visto la sperimentazione efficace delle Guide di Instagram (funzionalità disponibile da oltre un anno ma non ancora ampiamente sfruttata).
Le tre Guide pubblicate, nate in seno al progetto culturale social “Venezia 1600. I Diari del Miglio”, compaiono sui profili Instagram delle 4 istituzioni e rappresentano tre rubriche che parlano dei fondatori della rete, degli artisti veneti presenti nei musei della rete e della storia architettonica delle istituzioni. Nelle stesse rubriche troviamo inoltre tutte le immagini condivise dagli utenti attraverso l’hashtag #walkthemile1600! Dateci un’occhiata!
Dopo questi preziosi spunti, non resta che concludere il percorso espositivo tra gli stimoli sonori e visivi, immergendosi nelle opere di Bruce Nauman.
Il nostro souvenir da Venezia
Cosa ci siamo portati a casa, al termine di questo percorso insieme a Fondazione Ducati e grazie all’accoglienza delle istituzioni culturali incontrate nell’ultima giornata trascorsa a Venezia? Oltre i numerosi input, la convinzione che creare queste occasioni di dialogo e scambio di buone pratiche è fondamentale per implementare la propria strategia di comunicazione, allargare la propria visione, sperimentare qualcosa di diverso dal solito. E, come speriamo si evinca da questo racconto, gli incontri possono essere stimolanti anche se avvengono tra realtà e organizzazioni che apparentemente hanno poco o niente in comune, operando in ambiti tematici differenti, come è capitato tra la Fondazione Ducati, BAM! Strategie Culturali, Gallerie dell’Accademia, Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi – Punta della Dogana.
Scopri di più
- Il percorso formativo con Fondazione Ducati
- Il nostro approccio alla comunicazione per il settore culturale
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